Rugby Rivoluzione
Il giro dell’Italia ovale in 80 treni
“Sai, nel rugby non ci sono cognomi sulla maglia, non ci sono primedonne ne “i più forti”. Se vuoi arrivare in meta devi farlo insieme ai tuoi compagni di squadra, i quali faranno il possibile per non lasciarti mai solo in mezzo ai giganti. Si resiste e si va avanti grazie ad un lavoro collettivo, come una famiglia, come in una sgangherata comunità ovale dove per poter avanzare devi passare sempre la palla indietro. Il rugby è uno sport difficile: botte, fango, cazzotti, distorsioni, freddo. La poesia del sacrificio. Ma un vecchio detto di questo mondo dice che un pallone tondo viene restituito anche da un muro, quello ovale solo da un amico”.
Il progetto “ rugby e rivoluzione – il giro dell’Italia ovale in 80 treni ”consiste in un viaggio lento mirato a raccontare i temi del nostro tempo quali l’omofobia, l’immigrazione, la disabilità, il carcere e tanto altro, tramite il gioco del rugby.
Lo scopo è raccontare storie e realtà sportive che abbiano un grande riscontro sociale sulla nostra quotidianità, sensibilizzando le persone estranee al contesto in merito ai valori formativi legati alla palla ovale, rivoluzionando il nostro modo di pensare, riscoprendoci comunità rimbalzo dopo rimbalzo.
Da questo viaggio nasce “L’OVALE STORTO, ritratto poetico del rugby inclusivo” scritto da Matthias Canapini e pubblicato da Aras Edizioni.
Composto da diari di viaggio, resoconti, testimonianze, interviste delle persone/atleti incontrati lungo il cammino.
Le stampe delle fotografie affiancano le presentazioni del libro presso le club house, librerie, associazioni, locali legati ai luoghi percorsi negli ultimi due anni e non solo.
Il pellegrinaggio è cominciato nel mese di novembre 2016. Abbiamo incontrato alcune squadre sparse fra nord e sud, come ad esempio “Le Tre Rose” (Casale Monferrato) composta da una ventina di richiedenti asilo provenienti dall’Africa Sub Sahariana, “Libera rugby” a Roma, schierata apertamente contro l’omofobia, i “Mud Mad Star” a Milano e “Atipici Rugby Bari”, ragazzi con problemi psichici avvicinati gradualmente al campo da rugby, oppure le squadre formatesi all’interno del carcere di Pesaro e Bollate.
Senza tralasciare i “Romanes wheelchair rugby “, chiaro esempio di come nel rugby ci sia un ruolo per ciascuno, non importa quanto grave sia la disabilità che ti porti addosso.
Il viaggio si snoderà anche attraverso alcune periferie italiane, come Scampia e il quartiere Librino di Catania.
Un modo alternativo di raccontare l’Italia, ma soprattutto ciò che ruota attorno al gioco del rugby.